Prodotti piani: la ripresa è arrivata

Dicembre 14, 2023

L’attesa di una ripresa delle quotazioni è terminata. Il mercato europeo dell’acciaio, trainato dai tagli produttivi e dai ristoccaggi dei clienti, è entrato in una nuova fase “bullish”.

Hanno contribuito anche le buone notizie che arrivano dal Nord America, con livelli dei prezzi ben diversi da quelli che si erano visti l’estate scorsa.

Il mercato dell’automotive, intanto, continua a svolgere un ruolo di traino.

Nel mese di novembre il mercato delle auto compie un significativo passo avanti. Con 139.278 immatricolazioni registra di nuovo un incremento a doppia cifra, pari a +16,2% rispetto a novembre 2022. Il totale delle immatricolazioni nei primi 11 mesi tocca 1.455.271 unità, in crescita del 20,1% rispetto a 1.211.808 dello stesso periodo 2022, con una differenza in più di 243.500 vetture, ma oltre 321.000 in meno di gennaio-novembre 2019 (-18,1%)” (fonte UNRAE).

Le notizie sempre più accreditate di una possibile inversione dei tassi da parte della FED, già dal prossimo anno, stanno contribuendo inoltre ad aumentare la fiducia dei mercati globali che intravedono nuove opportunità d’investimento.


La contrazione delle produzioni siderurgiche europee ha contribuito in modo significativo a stabilizzare la situazione e a stimolare l’acquisto da parte dei buyer, dopo mesi di domanda debole e scorte dei trasformatori troppo alte.

Sembra che alcuni importanti fornitori di coils europei abbiano deciso di rivedere significativamente le proprie politiche commerciali, riducendo il numero di contratti di vendita a lungo termine (i cosiddetti “indicizzati”), quantomeno con la Distribuzione e i Centri di servizio, in conseguenza dei recenti tagli alla produzione.

La riduzione della disponibilità di acciaio nei prossimi mesi, porterà le acciaierie a rivedere le proprie politiche di allocazione dei volumi per non restare senza scorte da vendere sui mercati spot.

Per quanto riguarda le importazioni, le occasioni di fornitura si sono nelle ultime settimane ridotte. Il gap di prezzo con i prodotti europei si è notevolmente assottigliato fino a rendere questo tipo di acquisti poco competitivo. La componente di rischio per tali forniture, non solo legata ai tempi di consegna molto lunghi, non è più sostenibile se non per ragioni qualitative.

In pochi credevano che, fissando il bottom price a inizio novembre, si sarebbe osservato un cambio così repentino del mercato. Anche a causa di questa diffidenza da parte dei buyer, si potrebbe assistere a situazioni di ipercomprato da parte dei clienti che, colti di sorpresa, dovranno coprire i propri fabbisogni ancora per alcune settimane.